domenica 19 febbraio 2012

il Filò di Febbraio: la MASCHERA























Questa sera, come già annunciato, il tema è stato La Maschera.
Alcuni giorni prima dell'incontro ci siamo chieste da dove nasce la Maschera, che cosa rappresenta nelle culture vicine e lontane alla nostra. E scorrendo nel mare di internet ciò che più ci ha colpito è la presenza pressochè trasversale della maschera e il suo utilizzo rituale più o meno enfatizzato e riconosciuto dalla collettività. 
La storiella che ci ha particolarmente colpite è quella che riportiamo di seguito:

Racconti per Carnevale di Graziella Favaro - Dipingi il viso di chi ti è simpatico

Per me, la festa più divertente è senza dubbio il Carnevale. Quando ero in Perù io e i miei amici ci organizzavamo per tempo per fare scherzi agli altri bambini, costruivamo maschere e inventavamo i travestimenti. Lo scherzo che mi piaceva di più e che facevamo anche ai grandi era quello di dipingere il viso delle persone con polveri colorate. Prima di tutto bisognava infarinarsi bene le mani e aggiungere pittura di diversi colori. Si deve poi sorprendere il bambino o la bambina prescelti mettendosi alle loro spalle e truccare la loro faccia senza che possano opporsi. Il gioco non è per niente aggressivo perché si dipinge il viso delle persone che ci sono più simpatiche e con le quali vorremmo giocare o fare amicizia. Papà e mamma, ad esempio, si sono fatti proprio in questo modo la dichiarazione d'amore: dipingendosi reciprocamente il viso durante il giorno di Carnevale.

La serata è cominciata con le consuete presentazioni. Poi ci siamo poste la domanda: "che cosa è per noi la maschera?"
Le risposte più varie sono affiorate: chi la riconduceva al carnevale e a ciò che poteva esprimere in quel momento, chi aveva di necessità virtù imparato dalla propria esperienza che spesso è necessario indossare maschere per proteggersi e proteggere rapporti sociali.
Insomma la maschera ha scatenato in tutte una esplosiva voglia di comunicare all'esterno qualcosa che spesso rimane nascosto!
Così abbiamo dato spazio e forma a questa energia attraverso il corpo, con una piccola danza-automassaggio di tutto il corpo e soprattutto dei muscoli del viso che sono gli aiutanti della nostra Anima-Maschera.
Dopodichè siamo passati tra una tisana e un dolcetto alla pratica, disegnando sul volto della compagna scelta ciò che vedavamo in lei, cercando di riportare attraverso forme e colori sul volto dell'altra ciò che ci colpiva.... e il risultato è stato eccezionale!!!!
La luminosità del Sole, l'Unione degli opposti, coppie che senza saperlo si sono dipinte nello stesso modo, un volto truccato classicamente che prendeva la chiara impronta di una composta donna germanica o chi ha fatto rivivere nell'altra ciò che vedeva di se stessa.
La serata è volata e se avessimo potuto saremmo rimaste ancora attorno al "Nostro Fuoco" a chiacchierare e confrontarci.
Ma questo avrà seguito la prossima serata!

A presto



martedì 14 febbraio 2012

Mercoledì 15 febbraio

Vi aspettiamo numerose domani sera per un nuovo appuntamento del Filò!
La serata si svolgerà dalle ore 20:00 presso il centro culturale "La Foglia e il Vento" di Soave. Ingresso dal parco giochi Foro Boario. 


Tema della serata: la maschera.
Sul volto dell'altra, tra le tue dita, libera la fantasia!

Vestitevi comode e portate i trucchi che avete: vi aspettiamo fantasiose!



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Nel frattempo ci siamo divertite a fare delle piccole ricerche sul tema della maschera. Ecco quello che abbiamo trovato:



Alcuni studiosi hanno suggerito una derivazione dell'etimo dalla locuzione araba maschara o mascharat, buffonata, burla, derivante dal verbo sachira, deridere, burlare, importata nel linguaggio medievale.

Maschere funerarie utilizzate nella civiltà egizia avevano lo scopo di fissare e trattenere l’anima.

Maschere teatrali fungevano da amplificazione del carattere del personaggio, fissità e ieraticità sottolineavano i tratti del personaggio, e indossarla equivaleva ad identificarsi con questo.  

In Oriente è facile trovare vicino alle porte delle abitazioni mostruose maschere che hanno lo scopo di allontanare tutto ciò che viene considerato negativo, mentre elaborati riti e danze mascherate aiutano la persona a prendere possesso dell’energia che la maschera rappresenta. 

Il greco “prosopon” ed il latino “persona-ae” che designano la maschera dell’attore hanno dato origine al termine persona è principalmente un oggetto usato per celare la propria identità, per esempio durante feste in maschera o a Carnevale e permette di mostrare un lato della propria personalità. La Persona (dalla parola latina che indica la maschera teatrale) può essere considerata come l'aspetto pubblico che ogni persona mostra di sé, come un individuo appare nella società, nel rispetto di regole e convenzioni. Rispecchia ciò che ognuno di noi vuol rendere noto agli altri, ma non coincide necessariamente con ciò che realmente si è.
Il sogno è la realizzazione (maschera) di un desiderio (rimosso).


E “persona” è il termine che Jung adotterà per indicare la “maschera” che l’individuo assume nelle relazioni e nel rapporto con ciò che lo circonda. Secondo Jung ciò non è da intendersi come falsità o manipolazione, ma come identificazione con alcuni aspetti che prendono il sopravvento e come scarsa consapevolezza di ciò che fa parte della propria interiorità e che va al di là del ruolo sociale.

Maschera è il diaframma che restringendo il focus copre il volto della persona, ma ne rivela altre qualità in un’operazione di riaffioramento e svelamento di aspetti sepolti della psiche.  L’aspetto dionisiaco o demoniaco rinnegato ha la possibilità di emergere e di trovare uno spazio ed un accettazione corale.